“Volere è potere”.
Lo ha detto l’insegnante di mia figlia qualche giorno fa.
Sì, lo so che non può vantare la paternità (o in questo caso si dice maternità?) né l’originalità dell’affermazione, ma da quando l’ho sentita non faccio che pensare a quanto sia difficile metterla in atto col passare del tempo. Forse perchè per realizzare un desiderio, bisogna avere coraggio e per avere coraggio è necessaria una buona dose d’incoscienza che perdiamo negli anni.
Quella volta, fu proprio l’incoscienza a prendermi per mano, farmi salire nel terrazzo di casa e sedere su quella bicicletta per imparare a guidarla. Volevo farcela da sola e non so se per orgoglio, sfida o perché non avrei sopportato la voce di qualche adulto che mi avrebbe urlato istruzioni nell’orecchio mentre mi reggeva dal sellino. Non doveva essere difficile perchè la portavano tutti, ma nelle mani degli altri era più democratica, nelle mie sembrava un cavallo imbizzarrito per il manubrio con una vita propria, l’aggravante di essere una Graziella pieghevole quando non doveva e lo spazio limitato che mi costringeva a curvare di continuo.
Reggevo l’equilibrio per poco, all’improvviso la bici andava velocemente a destra e sinistra, si piegava, cadevo e mi chiedevo perchè mai avessero inventato una bici pieghevole se un bambino non avrebbe mai potuto andare in giro con 60 chili sotto il braccio. In quel momento, non mi preoccupava rispondere a questa domanda, ma a mia madre che, ad ogni tonfo, dal piano di sotto mi chiedeva se fosse tutto a posto, costretta dagli impegni di una famiglia numerosa a credere alle mie rassicurazioni.
Le bugie furono direttamente proporzionali alla quantità di tintura di iodio messa su braccia e ginocchia che per mesi non ebbero la pelle, io fui messa in punizione e la due ruote fuori uso, però ce l’avevo fatta: avevo imparato ad andare in bici.
Quell’esperienza mi ha dato una grande lezione di vita che ricordo ancora oggi: quando desideri ardentemente una cosa, pensa ad un’altra cosa.
Dialogo con la mia coscienza N°7
(Coscienza) – A cosa stai pensando? –
( Io ) – Sto riflettendo -.
(Coscienza) – Su cosa? –
( Io ) – Pensavo che è sempre triste sapere di un tradimento,anche se i protagonisti sono geograficamente, socialmente ed affettivamente lontane. Sai, la storia del Presidente francese con l’attrice…
(Coscienza) – Non posso darti torto -.
( Io ) – Penso alla moglie ricoverata per lo choc e umiliata da foto, notizie e particolari che i giornali non smettono di divulgare -.
(Coscienza) – Capisco… –
( Io ) – Io invece no! Non capisco il mancato arrivo della pace dei sensi in questi uomini di mezz’età e l’inspiegabile fascino che continuano ad esercitare su belle e giovani donne che non fanno fatica a rendersi disponibili.
(Coscienza) – Facciamo un gioco: dimmi cosa pensi di Hollande? –
( Io ) – Beh, è un uomo con in mano le sorti di un paese, un uomo potente e sicuro di sè, un uomo all’altezza della situazione -.
((Coscienza) – E se fosse il panettiere sotto casa? –
( Io ) – Un uomo stempiato –
Italians do it bitter
Capita di vivere un momento di delusione, smarrimento, incredulità e rabbia.
E’ più difficile che questo stato d’animo (altro…)
Ieri mi sono suicidata.
Non mi ricordo come né il motivo per cui io l’abbia fatto e forse è stato senza un buon motivo, ma ho deciso di sopprimermi.
Non ricordo nemmeno di aver sofferto o quella cosa della luce in fondo al tunnel, però sono stata presente al mio funerale: c’era chi piangeva in modo esagerato per un dispiacere grande, altri che piangevano in modo discreto per un dispiacere medio, anziane donne che sgranavano il rosario in perfetta sincronia, un dispiacere non pervenuto ed una presenza spiegata con l’ipoteca sul posto ai primi banchi alla novena che sarebbe seguita, in fondo alla chiesa, vicino all’uscita posti in piedi per chi guardava sempre l’orologio e non aveva neanche messo il telefonino in modalità silenziosa, scattando pure qualche foto, ma senza flash per rispetto dei presenti.
Lo ammetto: non è vero niente. Il funerale intendo, perchè ieri mi sono suicidata davvero quando ho deciso di fare la spesa per il cenone in un sabato sera prenatalizio. Pesce escluso (messaggio privato per rassicurare i miei ospiti). L’ingresso dei supermercati – spiegherò dopo l’uso del plurale – sembravano quelli pubblicizzati dall’annuncio della spesa gratis per i clienti che si sarebbero presentati in costume adamitico con una folla che, invece, ne contava 25000. Iniziative a cui non parteciperei mai per ragioni etiche ed estetiche, ma questa è un’altra triste storia. Si sentiva odore di ansia o forse era sudore di chi era stato circuito da imperdibili offerte sui prodotti assenti sugli scaffali e la cui passata presenza era registrata dal cartellino del prezzo sul bordo degli armadi d’acciaio come la targa “Qui dormì Giuseppe Garibaldi durante le battaglie in Aspromonte” sopra il letto ini qualche palazzo diventato storico. La delusione riguardava più il dolce che il salato: nessun problema per salmone, uova di lompo, tartine preconfezionate che non mi interessavano ( altro messaggio privato per rassicurare i miei ospiti), insalate russe, spumanti e neanche per tovaglioli/piatti/bicchieri con cui si apparecchierà la tavola fino a Pasqua, ma la vista di scatoloni vuoti all’esterno di panettoni, pandori e dolciumi vari, faceva presagire che le immagini dei depliants si riferivano a cosa avremmo dovuto rinunciare. Questo è quanto è avvenuto nel primo, secondo, terzo e quarto supermercato e dopo aver fatto più strada dei Re Magi ed i pastorelli messi assieme e col navigatore rotto.
Alla fine, abbiamo comprato la confezione regalo con lo spumante che non berremo ed i canditi nel panettone che non piacciono a nessuno, praline col liquore che mi faranno andare in coma etilico ed il torrone friabile messo in commercio dalle lobby dei dentisti.
Notizie dell’ultima ora: chi ha saccheggiato gli scaffali, da oggi gira con la scorta.
Dialogo con la mia coscienza N°14
(Coscienza) – A che pensi? –
( Io) – Ho accompagnato mio figlio a scuola ed è successo qualcosa di strano. –
(Coscienza) – Ah, dimmi… –
( Io ) – Nello spazio di pochi secondi ho visto passare una 500 gialla, una 126 blu,
ed una 128 verde. –
(Coscienza) – Sì, in effetti è una cosa insolita . –
( Io ) – Sai, per un attimo ho pensato di essere stata catapultata con la mia
macchina nel 1978…Poi ho visto una ragazza con lo smartphone e la Fiat
Stilo dei carabinieri capofila di una lunga coda perchè nessuno osava
sorpassarla e fu subito 2014…Delusione!
Tu c’eri già nel 1978?
(Coscienza) – Certo, ma non mi facevo ancora sentire. –
( Io ) – E che facevi? –
(Coscienza) – Ti osservavo. –
( Io) – Chissà cosa pensavi… –
(Coscienza) – Che avrei avuto molto da lavorare. –
Racconti
Mara sapeva che avrebbe sentito solo giustificazioni inaccettabili o scuse poco credibili dai colleghi e così, appena arrivata per il turno di notte, aveva cominciato a sistemare il materiale arrivato in infermeria mentre gli altri, fuori dalla porta, si davano il cambio tra battute da camerata, veloci aneddoti della giornata, abbassando poi la voce per raccontare qualche pettegolezzo sulla storia del medico con la radiologa. Chissà se avevano mai fatto (altro…)
Sogno e son desto
Ci sono due momenti della giornata che amo molto : quando vado a dormire e appena mi alzo dal letto.
Il motivo del primo è di facile comprensione a differenza del secondo (altro…)
Sì, viaggiare
Stavo preparando la cena che avrebbe concluso quella giornata non proprio bella anche se non era successo niente di grave, anzi non era successo proprio niente (peggio perchè non puoi prendertela con niente e nessuno), quando vengo interrotta da mio figlio vestito, equipaggiato e addirittura in ritardo per la partita a calcetto, motivo per cui mi chiede d’accompagnarlo.
Sbuffando e seccata come ogni volta in cui devo lasciare qualcosa a metà, gli dico (altro…)
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