OlocaustoAuschwitz shoahEro in terza o forse quarta elementare, quando vidi che un brano nel libro di lettura era accompagnato dalla foto di un bambino attraverso un filo spinato con un’espressione diversa dalla mia, dalle mie compagne di scuola e da qualunque altro coetaneo avessi mai incontrato.
La maestra ci raccontò dell’Olocausto nei modi e nei toni adeguati alla nostra età, ma questo non mi impedì di percepire l’orrore e provare uno sgomento che mi ha spinto da allora a leggere e documentarmi senza sosta con testimonianze storiche che continuano a giungere da quel vergognoso passato, guardare le foto infinite nella quantità e tragicità che non smettono di inorridirmi, per poi commuovermi nel vedere un insolito Benigni raccontarlo alla sua maniera ne “La vita è bella” ed assistere alla proiezione in una sala deserta di  “Schindler’s List”,  un capolavoro che ha immortalato il dramma degli ebrei , reso più intenso dal B/N contrastato solo dalla bambina col cappotto rosso.
E capii di aver fatto qualcosa di buono quando mio figlio mi disse di aver scelto la Shoah come argomento per la tesina all’esame di terza media e mia figlia chiese ” Il diario di Anna Frank” come regalo di compleanno per i suoi 10 anni:
avevo tramandato la Memoria.