mercato mercatoDalle mie parti il mercoledì a settimane alterne è giorno di mercato che considero un variegato e meraviglioso palcoscenico di umanità, persone e personaggi che si ritrovano nello stesso posto e per un motivo comune a tutti: valutare bene la scelta e realizzare l’affare! Un po’ come quando si va a votare…
A differenza dei centri commerciali surriscaldati d’inverno e polari d’estate o dei supermercati dove si sentono solo il rumore delle ruote dei carrelli, dei chilometrici banchi frigo o della affettatrice in salumeria, il mercato è un trionfo di colori, odori, visi e voci mai sussurrate perchè urlano venditori e compratori dando fiato al vento e col sole in faccia ad una moltitudine di corde soffocate.
Si incontra la giovane mamma alla guida del passeggino, munita di biberon con tisana, sonaglini ed infinita pazienza inutili a placare il pianto del suo bambino infastidito dalla confusione, la madame del genere “guardo solo per curiosità” che tende il braccio agghindato da preziosi bracciali di misura extra large e dall’aureo orologio per frugare nella bancarella della roba usata con le mani diventate pinze, distaccata nell’espressione, agguerrita negli occhi e guardandosi sempre intorno fino ad alzare soddisfatta dalla massa quel capo tanto economico quanto chic e poi c’è la signora con la borsa scoordinata alle ciabatte da casa con cui è uscita che continua a provare vestiti, gonne e camicie di una o due taglie più piccole sui vestiti già indossati, con un finale d’acquisto prevedibile.
Si assisti a reunion tra chi non si vedeva da tempo dilungarsi in aggiornamenti su lavoro, amore e famiglia di sconosciuti legami parentali, bloccando incuranti il normale flusso del traffico pedonale, presenti i ragazzi che hanno marinato la scuola con gli zaini sulle spalle mentre ridono tra loro passando davanti al furgone di cd che diffonde musica tipica del folklore siciliano ad un volume esagerato, spintonandosi a vicenda per convincere uno dei compagni a simulare l’improbabile acquisto sotto gli occhi dell’illuso commerciante.
In coda alle bancarelle non mancano i coltivatori diretti che dimezzano a fine giornata il prezzo della merce ancora invenduta, i commercianti sordi alla domande di chi ha già chiesto infinite volte il prezzo di quelle lenzuola, quelli tristi e con le braccia conserte esibire il cartello “t-shirt a SOLO(!) 30 euro” e quelli con occhi e pronuncia orientali piazzare articoli confezionati nel paese delle lanterne rosse, indossando abbigliamento italiano.
E dopo una mattinata fruttuosa, si arriva a casa convinti di aver realizzato l’affare ed il principio qualità/prezzo per accorgersi invece che, nonostante la massima attenzione, la scelta sempre attenta e scrupolosa, ti hanno comunque rifilato la fregatura.
Proprio come dopo essere andati  a votare…