curiositàHo sempre avuto la  più o meno insana  curiosità di capire chi siano, la vita che conducono, il lavoro che potrebbero svolgere, spingendomi oltre e cercare di intuire  se siano felici,  le persone incontrate per caso, sconosciuti che tali rimarranno. Succedeva quando viaggiavo col treno per studio ed osservavo chi mi sedeva di fronte, meglio se da soli  per non vederli impegnati in conversazioni formali, di circostanza , fuorvianti che avrebbero condizionato e compromesso  la spontaneità di ogni gesto ed espressione, rendendo incomprensibile l’ introspettiva lettura.

Cominciavo sempre dalle scarpe: quelle da lavoro avevano i segni dei faticosi passi anche nel viso di chi le portava , i professionisti calzavano mocassini lucidi e puliti anche nelle suole, la signora che si recava in ufficio indossava il tacco comodo da portare fino a sera, sbarazzine e colorate come la  tela di un pittore naif  per la ragazza  che andava a scuola.                  .

La mia attenzione passava poi alle mani, alcune curate, altre dimenticate o coperte da guanti, un anello portato per piacere o per impegno, la fede invece  lasciava spazio all’unico dubbio se  fossero felici di averla al dito o tentati di tirarla dal finestrino del treno  insieme agli anni trascorsi inutilmente  per una decisione che non avrebbe mai avuto il coraggio di prendere.

La successiva, ma solo rinviata invasione di telefonini e tablet, mi permetteva di osservare gli oggetti che li accompagnavano: un testo scolastico, una rivista di moda, il quotidiano che poteva svelare una corrente di pensiero, il libro ti apriva un mondo…

Dovrebbe considerarsi violazione della privacy osservare la spesa nei carrelli in  fila alla cassa del supermercato per la quantità e varietà di indiscrezioni che rivelano, il tempo dedicato alla casa, alla cucina, alla propria persona: l’ossessione maniacale per l’ igiene dell’abitazione farà accatastare un tale assortimento di  detergenti e detersivi  che pensavo esistessero solo in pubblicità ,  la presenza di pasta, farina, caffè in chicchi, lievito, ortaggi ed aromi d’ogni tipo per chi ha la passione per i fornelli, l’esatto contrario se si vedranno insalate già tagliate, sughi già pronti, risotti e torte in busta, prodotti da microonde, bastoncini, sofficini e ogni tipo di surgelato “da consumarsi previa cottura”…..

Il vero sconosciuto alla fine rimane il motivo di questo mio strano o semplicemente stravagante  interesse. Intelletto stakanovista o più semplicemente cura per la noia? Mi legittima e conforta il pensiero di Geoffrey Chaucer che ne “I racconti di Canterbury” dice: “Nella vita non bisogna essere troppo curiosi né dei segreti di Dio né di quelli della propria moglie”.