bimbatacchi33Da piccola ho cambiato più volte idea su quello che avrei voluto fare da grande, decisione importante per il mio futuro, ma che si reggeva su certezze solide quanto il vapore di una pentola che bolle.
FASE BALLERINA. Ogni venerdì trasmettevano balletti classici in televisione e per un’ora ero rapita più dal fascino di scarpette e tutù che dalla leggerezza dell’étoile, da me goffamente imitata lontana dagli occhi di mio fratello che avrebbe avuto materiale per prendermi in giro fino alla maggiore età. Non immaginavo che un giorno avrei davvero avuto tra le mani scarpette e tutù per assecondare la vocazione di mia figlia e ancora meno che la sua passione sarebbe durata meno di quel programma nei palinsesti estivi.
FASE PARRUCCHIERA. Accompagnavo mia madre al salone di bellezza per lunghe sedute che mi davano tutto il tempo di notare, desiderare e pianificare come avrei potuto avere gli irresistibili cosmetici dalla confezione arancione nella vetrinetta accanto alla mia poltroncina girevole che lasciavo solo per farmi tagliare la frangetta. Sarei diventata parrucchiere ed avrei fatto messe in piega e pettegolezzi tutta la vita per avere gli stessi rossetti e ciprie che avrei tenuto solo per me.
FASE CUOCA DI MENSA SCOLASTICA. Andavo alla scuola elementare e nell’ultima ora si diffondevano odori e profumi che dalla cucina attraversavano i lunghi corridoi ancora per poco deserti ed entravano nelle classi dove si bisbigliava al compagno di banco il pronostico dei piatti che sapevano sempre di buono qualunque cosa avessero preparato le cuoche per sfamare alunni e maestre, sentinelle tra i banchi per ricordarci la fame nel mondo e di masticare bene. Mangiavo sempre tutto, anche quello che a casa giudicavo meno commestibile della gamba di un tavolo e per questo immaginavo le cuoche personaggi magici che oggi potrebbero essere usciti dalla saga di Harry Potter e messi davanti ad enormi pentoloni per rendere gustoso anche un piatto di fagioli che sembravano raccolti dalla pianta nella favola di Giacomino. Tutto buono tranne l’imperdonabile minestrone, forse cucinato da qualche babbano.
FASE SUORA (ebbene sì!). Non ricordo una domenica in cui non sia andata a Messa per alzarmi più tardi o fare i compiti. Ancora non era stato inventato l’allerta meteo e solo in caso di febbre o invasione aliena potevo trasgredire questa ferrea regola che io stessa rendevo ancora più rigida andando in Chiesa con largo anticipo: detestavo stare in piedi e chi mi diceva di spostarmi perchè non riusciva a vedere (ma poi cosa?). Mi sedevo sempre nel posto laterale accanto alla navata per non essere travolta dalla folla alla fine della funzione e da lì passavano le bambine dell’orfanotrofio che le suore accompagnavano ai primi banchi. Le guardavo da vicino, riuscivo a vedere le scarpe consumate, i vestiti usati sempre di una taglia più grande o più piccola e i vecchi fermagli per i capelli che tutte avevano corti. Capofila del modesto corteo era una mia compagna di classe, la più grande, aveva 10 anni ed uno sguardo che mi aveva fatto pensare di diventare suora per comprare nastri per capelli, vestiti di velluto e scarpe di vernice per tutte. La nobiltà del motivo era sminuita quando la mia giovane età mi faceva desiderare prendere i voti per avere l’anello che portavano le sorelle e sapere cosa indossavano sotto il vestito monacale.
Poi sono cresciuta. Cominciai a capire stavolta con grande consapevolezza che avrei voluto entrare nel mondo della scuola per insegnare, progetto per il quale ho studiato con impegno e senza sosta per scegliere invece di rimanere a casa con i miei figli. Parlo di scelta e non di rinuncia che delega ad altri la responsabilità di una decisione che nel tempo è passata da un pentimento che in me non c’è mai stato. E poi, un po’ ho realizzato i miei progetti : sono stata l’insegnante dei miei figli, ballerina per conto terzi e cucino tutti i giorni anche se senza difficoltà ho abbandonato l’idea di diventare suora ed è stato un bene che non sia parrucchiera visto che taglio la mia frangetta con effetto elettrocardiogramma e dopo aver messo sul viso la crema idratante.