pinoCi sono canzoni che sono come  i giocattoli preferiti portati a letto dai bambini per vincere la paura del buio e la solitudine della notte.
Ci sono canzoni che confortano nei momenti difficili o sono la colonna sonora di quelli indimenticabili, diventando immortali.
E quando i loro interpreti se ne vanno, sembrano perdere magia e potere, il giocattolo non riesce più a schiacciare la paura dei mostri notturni e per un attimo la musica smette di fare il proprio dovere.
Ti ritrovi a dire “ma l’ho visto due giorni fa in televisione…” “l’ho sentito ieri in radio” come se stessi parlando di un collega di lavoro, del fruttivendolo sotto casa o di un conoscente salutato poche ore prima con un cenno della mano dall’altro lato della strada e ti accorgi che in questo momento ti dispiace più per la perdita dell’uomo che dell’artista perchè il dolore è più grande della gratitudine e perchè l’emozione ha dato il posto alla commozione ascoltando le stesse canzoni, una sola frase che ha segnato un momento importante oppure sentendo l’annuncio dell’ennesimo servizio nei tg sulla polemica per i soccorsi, il ricordo dei colleghi, dichiarazioni della famiglia…Preferisco ricordarlo con l’immagine durante la sua esibizione l’ultimo dell’anno mentre canta “Quando” ed io che interrompo i festeggiamenti, chiedendo qualche minuto di silenzio per sentire quella canzone che riascolterò quando smetterà di essere triste e diventerà di nuovo poesia.
Sono prove difficili da accettare e superare quando arrivano così all’improvviso, travolgono persone e personaggi che noi avevamo deciso fossero immortali, forse per ricordarci che siamo tutti nelle mani di Dio e suor Cristina ne è la prova più dura.
Mia sorella ha sempre influenzato i miei gusti musicali e imposto i suoi ogni volta che mi allungava un disco, dicendomi – Lo devi ascoltare!-, e ho dimenticato dove e quando, ma ricordo bene quella volta che mi disse – Ho sentito una canzone che ha una frase bellissima. Senti: “Ci vuol talento per chiamarlo amore, se chiudi gli occhi ti scoppia il cuore…” Rimasi incantata da quelle parole che sarebbero state per sempre mie: era Resta Cu’Mmè. Quello che oggi ognuno di noi vorrebbe dire a Pino Daniele.