eccoLa gente mormora e si sa. Il paese è piccolo e si sa anche questo, però si ignora quanto possa esserlo perchè a volte lo è tanto da non trovare altro spazio che il muro di fronte casa mia per attaccare i manifesti funebri, proprio dove si trova – ironia della sorte – la LIVING, e ripeto, LIVING room della mia umile dimora, ovvero la stanza dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo casalingo per mangiare, guardare la tv, discutere, ridere, scherzare, litigare, bivaccare e fare tutto quanto è nelle facoltà degli esseri ancora viventi. Facile dedurre che basta buttare un occhio per vedere le ultime e – ahimè – immancabili novità, omaggiate da automobilisti o passanti che arrestano il passo per leggere chi, come, dove, quando, magari tentando di rivelare l’identità all’eventuale compagno di viaggio o di cammino attraverso indicazioni geografiche, incroci parentali, racconti di aneddoti che risultano inutili a chi va via perplesso ed anche un po’ deluso per non aver soddisfatto la sua curiosità, soste che aumentano di numero durante i cambiamenti climatici e diminuiscono nella durata se il trapassato presente anagraficamente non è stato strappato alla vita terrena.
Peccato che non esista il divieto di… afflizione!
Capisco il bisogno di condividere una perdita con l’intera comunità, ma non sarebbe degno di minore comprensione se il medesimo desiderio riguardasse i lieti eventi con manifesti che annunciano matrimoni, battesimi, lauree, cresime, comunioni, vincite al lotto (magari in forma anonima), l’arrivo al traguardo della pensione o l’assunzione per un lavoro a tempo indeterminato. E se devo dirla proprio tutta, la stessa solennità la meriterebbero l’adozione di un animale e i divorzi liberatori.
Solo così dalla finestra comincerei a vedere finalmente anche qualche sorriso. Questa è l’unica cosa che vorrei e non si tratta per niente d’ansia che niente e nessuno riesce a provocarmi, neanche l’assassino che si nasconde in casa mia quando ascolto la musica con le cuffie.