INUTILICerco con poche speranze una vecchia ricevuta per provare un pagamento e mi arrivano tra le mani pure la Bibbia di Gutenberg e inediti disegni di Leonardo da Vinci, ma il latitante foglietto sta obbedendo alla Legge dei Muffin secondo cui l’urgenza di trovare quello che cerchi è direttamente proporzionale alla sua capacità di mimetizzarsi tra millemila cose inutili, per poi venir fuori quando non serve più, nascondendo la prossima cosa che cercherai. E così in moto perpetuo. Perchè gli oggetti nascono o diventano inutili, sempre con una precaria  sopravvivenza appesa a quel “lo conservo perchè non si sa mai”. Non amano apparire, si mostrano con timidezza dall’angolo di qualche cassetto, dalle mensole della cucina, i ripiani della libreria, gli scaffali del garage e chissà se temono le nostre mani invadenti, i nostri sguardi sospetti con la paura di un’improvvisa lucidità nel focalizzare l’inesistenza di un loro ruolo in casa e, meno ancora, nella nostra vita che segnerebbe un’indecorosa fine nella differenziata. Poco consapevoli di essere al sicuro, ormai li guardiamo senza vederli e se li vedessimo non vorremmo comunque liberarcene. Il motivo? Sempre lo stesso:”lo conservo perchè non si sa mai”. E cosi conserviamo pigne secche, 1km di nastro colorato fu già decorazione di bomboniera, caricabatterie di preistorici Nokia, musicassette senza mangianastri per ascoltarle ( sono io), tessere raccolta punti del 2004 o vecchi calendari da portafoglio (ancora io), scatoloni pieni di dinosauri e “Sapientino” ancora cellofanati (vedi sopra), libri sulla gravidanza con un figlio verso la maturità liceale e l’altra in adolescenza precoce (qua si capisce che sono io), portachiavi sponsorizzanti attività che nel frattempo hanno chiuso, spremiagrumi elettrici, telecomandi non funzionanti, batterie semiscariche, bicchieri da birra, portatelefonini da cintura, marsupi fluo, borse smesse, scarpe fuori moda, medicine scadute, copie di vecchi giornali conservati per motivi oggi oscuri. Per i vestiti negli armadi si prevede a breve un seminario.
Se dovessi disfarmi di tutto quello che non è più utile o non lo è mai stato, rimarrei con il frigo, un divano, la televisione e intorno a me un paesaggio lunare, anche se non sono un’accumulatrice seriale, ho solo un feticismo che mi porta a dare sempre una giustificazione per evitare qualunque traumatico distacco.
E poi perchè buttarli? Non tradiscono, non deludono, sai dove cercarli e, se lo vorrai, ci saranno sempre. Non sono mica come le chiavi della macchina, le posate, le candele, gli ombrelli che spariscono quando servono. Potrei farci una metafora con le persone, ma verrebbe fuori che siamo tutti  “lo conservo perchè non si sa mai” di qualcuno. Meglio di no…non lo merita neanche chi perde a nascondino con una vecchia ricevuta di pagamento.