mattarellaSergio Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica.
E l’Italia si divide tra gli entusiasti, i delusi e gli scettici. Io appartengo a quest’ultima categoria, la bassa percentuale dei “non so” citata per ultima nei sondaggi che preferisce osservare e studiare come fanno e faranno nei giorni a venire vignettisti ed imitatori, ma senza aspettare il passo falso o lo scandalo a tutti i costi. Alla seconda categoria appartengono soprattutto i detrattori, quelli che non gliene va bene nessuna per partito preso o per il bisogno di lamentarsi sempre e comunque, pronti a scrivere sulla lavagna tra i cattivi il nuovo nome già dall’appello, per poi ridere sentendo la Boldrini leggere Ezio Greggio come se il compagno avesse scritto il nome del bidello sulla scheda all’elezione del rappresentante di classe, senza però scomodarsi di andare a votare perchè tanto in questo Paese non cambia mai nulla. Mi sentirei invece di consigliare un po’ di cautela agli entusiasti perchè mi ricordano quanti si esaltarono alla vittoria di Grillo e dei suoi urlatori in piccionaia o per il debutto in politica del buon Di Pietro Antonio, ex magistrato, ex giudice di mani pulite, oggi ex di tutto dopo aver fatto accomodare Razzi e Scilipoti sulle comode poltrone del Parlamento, forse troppo lontane per sentire un incomprensibile Habemus Papam sostituendolo con un più conveniente Habemus Pappa.
La giusta conclusione di questo pensiero è augurare buon lavoro al nuovo Presidente che possa smentire i cattivi umori e confermare quelli buoni, agendo sempre e soltanto nell’interesse del Paese. E almeno su questo siamo tutti d’accordo.