SNOWMANA differenza di quanti vorrebbero addormentarsi per svegliarsi il 7 gennaio e a dispetto di quelle cose che potrebbero rovinarlo (cofanetti di cantanti che insistono a farti gli auguri in musica, il groviglio delle luci dell’albero che sembrano servire a stabilire il limite dell’umana pazienza e i  Babbi Natale appesi  che rendono solo più tristi le case a cui sono impiccati),  io adoro il Natale e la sua magica atmosfera! Questo include la noia nel dover tirar fuori l’albero nascosto dagli scatoloni che, durante l’anno, pian piano, uno dopo l’altro, alla fine  lo hanno seppellito. Mi piace creare quel microcosmo in cui un pò vorremmo vivere, quella circoscritta oasi di semplicità rappresentata dal presepe popolato da pecorelle , anatre e maialini che i bambini di oggi non hanno forse  mai visto nella realtà, con i suoi mestieri perduti e i piccoli fiumi fatti con la carta stagnola. Amo  i cenoni parentali con conseguente e consapevole aumento di peso, le tombolate, lo scambio finale dei doni introdotto sempre da   -” E’ solo un pensiero….” –  e si ribatte  – ” Ma non dovevi…….”-  e di fronte al trinciapollo con impugnatura di legno o il coordinato natalizio  grembiule/presine/guanto da forno  trovare il coraggio di esclamare   – ” Grazie, è proprio quello che mi serviva! “. Ma nel mazzo ci va tutto, anche questo. Ed è triste quando riprendo gli scatoloni  per conservare tutto fino al prossimo Natale e non rimangono che le fredde giornate di un inverno senza più luci colorate.